S.Ansano

S. Ansano Martire
Festa il 1° Dicembre

L’ultima e più feroce persecuzione contro la Chiesa fu ordinata dall’imperatore Diocleziano (284-305). Era egli sul principio ben disposto verso i cristiani, ma avendo associato all’impero nel 286 Massimiano Erculeo di animo ostile verso di loro, si ebbero subito a registrare dei martiri.

I due imperatori per meglio proteggere l’impero dei barbari, nel 291 si presero a colleghi, col titolo di Cesari, Costanzo degno padre di Costantino il Grande, e Galerio d’indole sanguinaria e ai cristiani ostilissimo. Per le insistenti pressioni di questo e di altri pessimi consiglieri Diocleziano nel 303 ordinò una persecuzione generale. Durante questa perì s. Ansano, banditore della fede nella città nostra, discendente dall’illustre famiglia Anicia. …

S. Ansano nacque in Roma da nobili genitori pagani. Nell’età di 12 anni l’angelo di Dio lo condusse nottetempo al santo vescovo Protasio che lo battezzò, e compiuto il sacro rito l’angelo stesso gli pose in capo una corona bianca quanto la neve. Stette occulto cristiano sino all’età di anni 17, ma alla pubblicazione dell’editto di persecuzione emanato dagli imperatori Diocleziano e Massimiano risolvette di presentarsi ad essi per rìmproverarli della loro empietà; cammin facendo rendette la vista ad un cieco. Giunto al cospetto dei due imperatori rivolse loro un lungo discorso per provare quanto fosse cosa stolta adorare gli idoli invece di prestare il culto al nostro Signore. Gli imperatori, riuscito vano ogni tentativo per rimovere Ansano dalla fede di Cristo, lo gettano in una oscura prigione, dove postosi subito in ginocchio, udì una voce dal cielo che lo esortava ad essere forte per meritare una gloriosa corona.

Il giorno appresso, ricondotto alla loro presenza lo esortarono benignamente a ricredersi, altrimenti avrebbero messo mano ai tormenti. Al suo rifiuto, per mostrargli le pene che l’attendevano qualora persistesse, fecero morire in sua presenza fra gli strazi una donna di nome Massima che l’aveva tenuto a battesimo. Qui certamente nella leggenda v’è una lacuna; cioè che s. Ansano non si lasciò intimorire e che fu ricondotto in carcere, da dove gli riuscì di fuggire.

Riacquistata la libertà, gli fu ordinato per divina ispirazione che partisse da Roma la notte seguente e andasse alla città di Siena per convertire quel popolo alla religione cristiana. Lasciata Roma, dice l’ignoto biografo, « venne a mia contrada che si chiama Areviania et ine (ivi) convertì molta gente … e puoi capitò a Bagnorea, et fecevi molti miracoli, d’alluminare ciechi, e dirizzare zoppi et attratti e di molte altre infirmitadi. Et stette el glorioso santo Ansano a Bagnorea un mese, et convertivi molta gente facendovi molti miracoli ».

Una notte gli apparve Cristo che gli ingiunse di portarsi subito a Siena dove avrebbe fatto un gran frutto. Ansano vi si recò prontamente. Per la fama della sua santità un gran numero di infermi accorrevano a lui per ottenere la guarigione; egli li istruiva nella fede e tutti li risanava. Non è meraviglia se in breve tempo quasi tutti i cittadini si convertirono e ricevettero il battesimo.

La voce di quanto avveniva in Siena giunse in Roma all’orecchio degli imperatori: montati in furore mandarono là il proconsole Lisia coll’ordine di esporre gli idoli per tutta la città e costringere tutto il popolo ad adorarli ad uno ad uno. Giunto là il proconsole fece venire davanti a sé Ansano aspramente rimproverandolo perché aveva trasgredito l’ordine degli imperatori.

Il nostro santo pieno d’ardimento si diede a dimostrare l’eccellenza della religione cristiana e a deridere l’impotenza e la viltà degli idoli. Lisia adirato per le franche parole di lui fece accendere un gran fuoco in una fornace e comandò che vi fosse gettato quel giovane impavido. Come egli fu dentro, il fuoco si spense completamente e la fornace rimase ghiaccia. Per tal fatto il proconsole maggiormente sdegnato ordinò che ad Ansano fosse tagliata la testa sulle rive dell’Arbia a quattro miglia dalla città, dopo averlo fatto crudelmente battere con verghe di legno. Una di queste, d’olivo, gettata da un manigoldo, attecchì e crebbe in grande albero che fece poi frutti copiosi. Eseguita la sentenza, la testa fu sepolta col tronco nel luogo del supplizio. …

Documenti vari anteriori al mille, esistenti negli archivi Senesi, Aretini e Fiorentini, parlano dell’antico culto del nostro santo, come si può vedere in pubblicazioni, sia direttamente illustranti il soggetto, sia indirettamente relative al medesimo. Che poi la fede cristiana venisse fino a Siena per l’apostolato di s. Ansano, è affermato da credenza antichissima anteriore al sec. VIII … Esistono infatti documenti del 715 che parlano di chiese dedicate a s. Ansano. Anzi fin dalla metà del sec. VII esisteva in Siena una chiesa plebale o « monasterium Sancti Ampsani » dove il suo corpo riposava, e « de ipso sancto corpore » toglievansi le reliquie da deporsi sotto gli altari dei nuovi oratori. Secondo Mons. F. Lanzoni il corpo di s. Ansano fu trasferito in Siena nel 1107 con gran pompa ed anche con una scorta di soldati, perché si temeva qualche opposizione da parte degli aretini. Il capo però rimase ad Arezzo. La traslazione predetta rese più acuto il conflitto tra Siena ed Arezzo. Il Muratori invece dice che questa avvenne nel 752.

Sulla predicazione di s. Ansano in Bagnoregio e sulle leggende del santo può ritenersi quanto appresso. « Che s. Ansano venendo da Roma a Siena, scrive il Lusini, predicasse il Vangelo a Bagnorea, è detto (a cominciare dalle antiche nostre lezioni dell’Ufficio) in tutte le leggende del santo che io conosco. Certo la compilazione di queste, anche la più antica, nella forma nella quale son giunte a noi, non può andare più oltre dell’undicesimo o dodicesimo secolo, ma come credo d’aver provato, si fondano per certi dati su antiche tradizioni e forse su antichi scritti dei quali a noi nulla è pervenuto ». …

Da Francesco Macchioni, “Storia di Bagnoregio dai tempi antichi al 1503”, Agnesotti Viterbo

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